Cercare con cura
Installazione diffusa
La visione, dagli oggetti ai colori, è un processo di percezione ad opera del nostro cervello e questo me lo ricorda Enrico Armando con la sicurezza di chi unisce passione e professione, di ottico appunto. Altra cosa è il semplice visore che è un dispositivo per guardare immagini, in questo caso, i disegni unici realizzati da Enrico e dai suoi collaboratori, Fulvio, Laura e Sofia durante i miei sopralluoghi presso l’Ottico di Caraglio.
Quindi entriamo in negozio e cerchiamo con cura. Possiamo trovare dapprima delle piccole cornici bianche contenenti frasi che ho estratto dai vari testi scritti da artisti storici, così come possiamo comunque trovare, posizionati tra la vasta gamma di occhiali in esposizione, i quattro visori analogici: gli accendi e vedi l’essenza dei desideri e delle passioni dei protagonisti di questa esperienza artistica.
Dunque, visori e testi non sono volutamente abbinati tra loro. Se i testi possono fare riflettere e fornire spunti alla ricerca del lavoro creativo incastonato nel visore, il disegno infine lo si può approfondire grazie alle interviste emotive che ho preparato nella fase di dialogo con i protagonisti. Le interviste, sempre disponibili grazie al QR code posizionato in vetrina, sono il terzo tassello utile a definire l’identità di ognuna di queste persone che si sono rese disponibili al progetto. L’insieme corrisponde all’installazione diffusa “Cercare con cura” fruibile liberamente durante l’orario di apertura dell’Ottico in via Roma, 97.
Il risultato di questo intervento è stato, per me, di conoscere innanzitutto nuove persone, le quali mi hanno illustrato la loro professione e un’attività così vasta e interessante come quella dell’ottico optometrista. Quindi ponendo loro alcune semplici domande e un paio più personali, ho raccolto gli elementi utili a delineare l’anima di questa attività che va oltre il commerciale, ovvero è il contenitore dei desideri e delle passioni di chi vi lavora con impegno.
“Cercare con cura” segue le linee guida del mio articolato progetto GiùLaMaschera, esperienza creativa che unisce arte e relazione per restituire una narrazione autentica del soggetto, in un’opera unica. Ogni lavoro co-creato con il committente ha una storia che attraversa sentimenti e ha un metodo che produce esperienza. Seguitemi attraverso le prossime interviste emotive, il risultato potreste essere voi!
Esprimo un particolare ringraziamento a Zelda Beltramo, a Olga Gambari, a Enrico Armando e i suoi collaboratori, a Frank e alle persone che a vario titolo seguono e realizzano l’ambizioso progetto Beica ben!
Stefano Venezia
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