L’Escondut
di Silvia Margaria
Descrizione
Silvia Margaria ha disegnato un’installazione tra fantasia popolare occitana e ambiente, che si fa percorso e invita alla partecipazione, seguendo un sentiero che collega il Filatoio con il Bioparco “Acqua Viva” di Caraglio.
Grazie alla guida naturalistica Noemi Silvestro e insieme alla narratrice Caterina Ramonda, è nato il racconto de “L’Escondut”, un testo fruibile attraverso QRcode che vivrà disseminato idealmente lungo il sentiero, in corrispondenza di piccoli occhi rossi disegnati a vernice su oltre cento tronchi di frassini e ciliegi selvatici che presentano sulla corteccia quella conformazione di crescita dalla caratteristica forma di occhio.
Un’opera diffusa per esercitare lo sguardo a porre attenzione, una catena di occhi che l’osservatore cerca camminando e volgendo anche lo sguardo in alto. Tra la vegetazione, ispirandosi alle storie tradizionali di figure selvatiche immaginarie, a volte dispettose a volte benefiche, si nasconde e ci osserva l’escondut, una nuova creatura occitana che non ha forma se non negli occhi. “…è così che lo vedi: se sei aperto alle novità, se scegli di andare avanti anche se non sai bene dove porta la strada, se accetti di poter cadere, se pensi che anche quel che è un po’ nascosto possa essere importante. Allora lo scopri, lo vedi, l’escondut, e lui vede te”, spiega la storia.
Silvia Margaria
Silvia Margaria (1985) vive e lavora a Torino.
Passa tre anni all’archivio film della Cineteca del Museo Nazionale del Cinema di Torino, nel settore ispezione e catalogazione pellicole, esperienza lavorativa fondamentale per formare la sua attuale ricerca artistica: il modo attento di approcciarsi alla memoria e alla narrazione di identità del passato hanno attivato pratiche che formano un’attenzione più acuta verso le contingenze, le intermittenze del caso, le allusioni e i frammenti, la precarietà e la fragilità. La sua metodologia di lavoro dà importanza al dialogo e alla partecipazione con altre tracce visive, tenendo conto del rapporto tra gli opposti intesi come tensioni compresenti, dell’esperienza di relazione con la memoria, della complessità del rapporto tra uomo e ambiente.
Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
È membro dell’associazione Progetti Specifici (Torino).
Collabora con la galleria A Pick Gallery (Torino).